le donne hanno la cattiva abitudine di cascare ogni tanto in un pozzo, di lasciarsi prendere da una tremenda malinconia e affogarci dentro, e annaspare per tornare a galla: questo è il vero guaio delle donne.
Tra Natalia e Alba, due maestre, ci sei tu che dispieghi il tuo sguardo sul nostro mondo (di donne) e io ritrovo la speranza. Perché anche se fatichiamo ancora il doppio, sappiamo che parlarne aiuta a tirarci fuori dai pozzi. O almeno a trovare compagnia mentre stiamo là sotto
Abiti e trucco, secondo me, hanno un grande peso narrativo anche nelle nostre vite: leggendo questa parte ho rivisto la me di quindici anni fa, che andava in ufficio con tacco 12, trucco impeccabile, piega fresca di piastra e una scollatura generosa, per il puro gusto di guardarsi allo specchio e piacersi. Ho rivisto anche, però, tutte le difficoltà che ho avuto in quegli anni a essere presa sul serio, a essere considerata professionale, ai rimproveri da altre donne, perché “vestirsi così in ufficio non sta bene”.
Per fortuna, però, ho sempre avuto anche un bel gruppo di colleghe solidali, un bel gruppo di segretarie che mi ha sempre salvato la vita 💕
Non ho visto il film e cercherò di recuperare, ma conosco il viaggio da segretaria (o assistente di direzione, nel mio caso) ad altro ruolo e davvero non è facile, ma regala molte soddisfazioni!
Concordo in pieno con i commenti sulla trasformazione anche estetica, abiti, trucco, ecc.
Serena mi permetto di segnalarti un film semisconosciuto, La cuccagna. È del 1962 e dentro, oltre a un bellissimo Tenco, c’è Donatella Turri nei panni di una ragazza che non accetta il suo destino di “donna da marito” e si mette alla ricerca di un lavoro in una Roma che non è poi così cambiata. Sempre d’ispirazione, i tuoi racconti! Mi è venuto spontaneo il collegamento ☀️
Ti ringrazio Serena per questo numero perché “Una donna in carriera” è un film a cui sono davvero affezionata, forse è così per tutte le ragazze della nostra generazione, soprattutto perché sono film che secondo me non esistono più. La commedia “brillante”, con attori di livello, curate nella scrittura come in tutti i dettagli che racconti, forse sono diventate serie, o forse non interessano più a nessuno. Comunque una delle citazioni che ho più usato nella mia vita è quella di Tess che raccontando la sua idea a Katharine le dice “I read a lot of things. You never know where the big ideas could come from.”
"Una donna in carriera" lo vidi da ragazzino, ma rileggerlo ora attraverso il tuo racconto mi ha fatto venire voglia di rivederlo; e di farlo con uno sguardo nuovo, anche perché ogni opera cambia a seconda di chi siamo nel momento in cui ci entriamo.
È verissimo, ed è una pratica davvero potente secondo me, crea un ponte di visione tra le varie fasi della nostra vita che può dare effetti inaspettati.
È molto interessante quante ispirazioni diverse abbia lasciato questo film. Ne ho parlato anche io nella prima uscita della mia nl e ho scoperto che per molte persone, anche di età diverse, è stato davvero un momento formativo.
È vero, dopo aver pubblicato questo pezzo ne ho parlato anche con mia madre e alcune sue amiche. È un film molto particolare, che segue però canoni classici di scrittura, e che ha tante cose da dirci anche a distanza di tempo. Vado a recuperare il tuo articolo allora! Grazie ☺️
La prima volta che ho visto Working Girl ero piccolina ma ricordo benissimo la sensazione di tradimento che ho provato verso il personaggio di Sigourney Weaver. Per me era impensabile che una donna non aiutasse un’altra donna in un ambiente così maschilista. Crescendo, e me ne sono resa conto rileggendo la tua newsletter, è stato un po’ grazie a quel personaggio che ho realizzato che il cambiamento non può mai essere individuale, ma solo collettivo.
Tra Natalia e Alba, due maestre, ci sei tu che dispieghi il tuo sguardo sul nostro mondo (di donne) e io ritrovo la speranza. Perché anche se fatichiamo ancora il doppio, sappiamo che parlarne aiuta a tirarci fuori dai pozzi. O almeno a trovare compagnia mentre stiamo là sotto
Le cose cambiano solo in compagnia, dobbiamo ricordarcelo in tutte le forme che scoviamo.
Ci ho pensato ora, rileggendo: quel coro di segretarie non ricorda tanto anche il coro delle tragedie greche?
🥰se lo dici tu MI FIDO
Che poi è esattamente il tipo di accostamento che amo.
Abiti e trucco, secondo me, hanno un grande peso narrativo anche nelle nostre vite: leggendo questa parte ho rivisto la me di quindici anni fa, che andava in ufficio con tacco 12, trucco impeccabile, piega fresca di piastra e una scollatura generosa, per il puro gusto di guardarsi allo specchio e piacersi. Ho rivisto anche, però, tutte le difficoltà che ho avuto in quegli anni a essere presa sul serio, a essere considerata professionale, ai rimproveri da altre donne, perché “vestirsi così in ufficio non sta bene”.
Per fortuna, però, ho sempre avuto anche un bel gruppo di colleghe solidali, un bel gruppo di segretarie che mi ha sempre salvato la vita 💕
😍Grazie Alessia! Tra i vari lavori che ho fatto c’è stato anche quello di segretaria e capisco bene la dinamica che descrivi.
Non ho visto il film e cercherò di recuperare, ma conosco il viaggio da segretaria (o assistente di direzione, nel mio caso) ad altro ruolo e davvero non è facile, ma regala molte soddisfazioni!
Concordo in pieno con i commenti sulla trasformazione anche estetica, abiti, trucco, ecc.
Grazie Monica! Fammi sapere se vedrai il film 😍
Serena mi permetto di segnalarti un film semisconosciuto, La cuccagna. È del 1962 e dentro, oltre a un bellissimo Tenco, c’è Donatella Turri nei panni di una ragazza che non accetta il suo destino di “donna da marito” e si mette alla ricerca di un lavoro in una Roma che non è poi così cambiata. Sempre d’ispirazione, i tuoi racconti! Mi è venuto spontaneo il collegamento ☀️
Silvia, già la descrizione mi fa appassionare. Lo cerco, grazie mille! ❤️
Ti ringrazio Serena per questo numero perché “Una donna in carriera” è un film a cui sono davvero affezionata, forse è così per tutte le ragazze della nostra generazione, soprattutto perché sono film che secondo me non esistono più. La commedia “brillante”, con attori di livello, curate nella scrittura come in tutti i dettagli che racconti, forse sono diventate serie, o forse non interessano più a nessuno. Comunque una delle citazioni che ho più usato nella mia vita è quella di Tess che raccontando la sua idea a Katharine le dice “I read a lot of things. You never know where the big ideas could come from.”
E questa frase, sempre collegandoci alla perfezione di questa sceneggiatura, quante cose ci dice su Tess! 🥰
"Una donna in carriera" lo vidi da ragazzino, ma rileggerlo ora attraverso il tuo racconto mi ha fatto venire voglia di rivederlo; e di farlo con uno sguardo nuovo, anche perché ogni opera cambia a seconda di chi siamo nel momento in cui ci entriamo.
È verissimo, ed è una pratica davvero potente secondo me, crea un ponte di visione tra le varie fasi della nostra vita che può dare effetti inaspettati.
Non conosco questo film ma lo recupererò prestissimo. Grazie Serena. Le tue lettere mi riempiono di forza e speranza, ogni volta ❤️
Martina, grazie di esser passata di qua ❤️ il film ti piacerà di sicuro.
È molto interessante quante ispirazioni diverse abbia lasciato questo film. Ne ho parlato anche io nella prima uscita della mia nl e ho scoperto che per molte persone, anche di età diverse, è stato davvero un momento formativo.
È vero, dopo aver pubblicato questo pezzo ne ho parlato anche con mia madre e alcune sue amiche. È un film molto particolare, che segue però canoni classici di scrittura, e che ha tante cose da dirci anche a distanza di tempo. Vado a recuperare il tuo articolo allora! Grazie ☺️
Devo rivedere questo film per leggerlo alla luce di tutte le scintille che hai acceso tu
Ha delle citazioni veramente top!
La prima volta che ho visto Working Girl ero piccolina ma ricordo benissimo la sensazione di tradimento che ho provato verso il personaggio di Sigourney Weaver. Per me era impensabile che una donna non aiutasse un’altra donna in un ambiente così maschilista. Crescendo, e me ne sono resa conto rileggendo la tua newsletter, è stato un po’ grazie a quel personaggio che ho realizzato che il cambiamento non può mai essere individuale, ma solo collettivo.
È stato un film importante per tante persone, di diverse generazioni. Mi sembra una cosa molto potente.