Questa è una puntata che si aspettava da tempo, anche senza saperlo. Leggendola ne ho sentito proprio l'urgenza. La mia prima neonata è mia sorella, ed è sempre suo il primo battito di cuore ascoltato durante un'ecografia: ricordo tutto di quel suono che si espande nella stanza, violento e dolce insieme. E poi potrei farti un lungo elenco di neonati fino ad arrivare a quello di mia figlia Lila, ma mi fermo prima. Immagino che scrivere di questa porta socchiusa non sia stata facile: brava. E grazie.
Mi hai commossa, avvolta, abbracciata. Hai trovato parole delicate e inclusive, pur raccontando la tua esperienza personale. Viene sempre naturale, leggendoti, scavare dentro la propria vita e a volte arrivare fin dove cerchiamo di non spingerci mai.
Buongiorno, Serena. Bello leggerti. Interessante, la tua domanda... perché non ho assolutamente memoria di quando vidi per la prima volta un neonato. In occasione della nascita di mio fratello, probabilmente ero troppo piccola per ricordarlo e le altre mi si confondono. In compenso, ricordo perfettamente la volta in cui tenni in mano un gattino appena nato!
Comunque, se ci rifletto, il primo confronto con un essere umano appena venuto al mondo è probabilmente una delle esperienze più sconvolgenti per l'individuo. Mi piace pensare che essere 'obbligati' a fronteggiare l'enigma dell'origine e del distacco - per la prima volta consapevolmente - sia una delle prime occasioni di sviluppo emotivo.
Il mio primo neonato è stato mio fratello, ormai trent'anni fa. Mia mamma era incinta di lui ma era preoccupata perché non si muoveva dentro la pancia. La dottoressa allora fece un esperimento: mi diede una specie di microfono collegato alla pancia di mia mamma e io parlai con mio fratello per la prima volta. Sentendo la mia voce, lui cominciò a muoversi dentro la pancia. Questo è uno dei ricordi più emozionanti e belli che ho nella vita.
Non ricordo con precisione qual è stato il mio primo neonato. Ricordo bene però la figlia oggi quindicenne dei miei migliori amici. In quel periodo noi non riuscivamo ad avere figli, e la nascita di questa bambina mi ha suscitato sentimenti ambivalenti, di base un po’ di invidia. Da quel momento ho cominciato ad andare a trovare in ospedale tutte le amiche e le colleghe che avevano appena partorito, un rito che inconsciamente pensavo potesse “portare fortuna”. Il 2012 è stato un anno chiave, dopo una prima fecondazione assistita e una interruzione di gravidanza ho visto due neonati di amiche e l’anno dopo è nato il mio Simone, con fecondazione naturale e peraltro inaspettata 😅.
io ero abbastanza grandicella quando è nata mia sorella, e anche se i miei genitori hanno offuscato i dettagli del parto, ricordo benissimo i suoi primi calci dal pancione, la prima ecografia in cui sembrava davvero una bambina e non un concetto astratto, e soprattutto mi ricordo quando ci siamo incontrate per la prima volta: le ho sfiorato il piede perché avevo quasi paura a toccarla. è stato un momento potentissimo, e non so nemmeno iniziare a immaginare cosa abbiano provato invece mio padre e mia madre! forse prima di allora avevo incontrato altri neonati, però non so, nessun mi aveva colpita davvero.
comunque sei stata davvero vulnerabile e delicata (e io mi sono commossa un pochino) 🤍
Deve essere bellissimo veder nascere una sorella, è un’esperienza che non fa parte del mio vissuto perché sono una sorella minore, ma l’ho immaginata diverse volte 🩷
Di neonati ne ho visti molti in molti momenti perché la mia famiglia è strapiena di cugin* che sono nati a varie mie età ma il ricordo più intenso lo conservo di 2 neonati in particolare: il figlio di un'amica a me molto vicina, perché fu la prima del gruppo ad avere un bambino e perché le ero stata accanto tutto il tempo ed ero molto curiosa di incontrarlo dopo averlo sentito crescere in lei per mesi; mia nipote Adele, che fu anche il primo neonato che presi in braccio, fino ad allora non avevo mai voluto per timore di "romperli". Era minuscola ma mi strinse un dito fortissimo, io le feci una promessa sottovoce, lei aprì gli occhi e mi guardò. Ogni volta che ci ripenso mi batte il cuore fortissimo. L'ho raccontato pure a lei, quando è diventata più grande, e ogni tanto mi chiede di raccontarglielo di nuovo.
Cara Serena, è bello percepire quanto questo sia davvero uno spazio di libertà, di quelli a cui non siamo più abituati.
Condivido pienamente il tuo pensiero e credo che su questi argomenti (parto, gravidanza, aborto, maternità) ci siano state troppe mistificazioni, specie nell’ultimo periodo, guidate più che dal bisogno di essere giusti, forse più dalla prepotenza e dalla presunzione di voler far passare come giuste solo certe convinzioni o, forse, dovrei dire scelte personali.
Mi ritrovo molto in quell’innesto di vita razionale e irrazionale, di yoga e visualizzazioni, di consapevolezza e libertà, ma soprattutto sull’idea che non bisogna cristallizzarsi sulle proprie convinzioni senza avere la capacità di accogliere le esperienze di altri e farne tesoro.
Dunque, grazie per questa puntata bellissima e per questo passaggio: “penso che dovremmo riprenderci la libertà di danzare attorno alle nostre idee, senza innamorarci di una posizione a tal punto da rimanerne schiacciate.” Un concetto che credo debba essere l’origine di ogni riflessione e il centro di qualunque esperienza, e che vale la pena sempre di essere ricordato per non (s)cadere nella trappola dell’individualismo spacciato per battaglia politica e sociale.
Il mio primo neonato non era proprio un neonato. Era un bimbo di due anni, nipote della mia prima fidanzatina. Passando il tempo insieme, proprio in quel periodo, neanche ventenne ho capito l’unica cosa chiara della mia vita: avrei voluto diventare papà. Per fortuna, ci sono riuscito.
Questa è una puntata che si aspettava da tempo, anche senza saperlo. Leggendola ne ho sentito proprio l'urgenza. La mia prima neonata è mia sorella, ed è sempre suo il primo battito di cuore ascoltato durante un'ecografia: ricordo tutto di quel suono che si espande nella stanza, violento e dolce insieme. E poi potrei farti un lungo elenco di neonati fino ad arrivare a quello di mia figlia Lila, ma mi fermo prima. Immagino che scrivere di questa porta socchiusa non sia stata facile: brava. E grazie.
Le storie di sorelle mi emozionano sempre 🩷
Grazie a te per la lettura sempre attenta.
Mi hai commossa, avvolta, abbracciata. Hai trovato parole delicate e inclusive, pur raccontando la tua esperienza personale. Viene sempre naturale, leggendoti, scavare dentro la propria vita e a volte arrivare fin dove cerchiamo di non spingerci mai.
Mi fai veramente felice ♥️ci tengo molto a creare un dialogo aperto.
Buongiorno, Serena. Bello leggerti. Interessante, la tua domanda... perché non ho assolutamente memoria di quando vidi per la prima volta un neonato. In occasione della nascita di mio fratello, probabilmente ero troppo piccola per ricordarlo e le altre mi si confondono. In compenso, ricordo perfettamente la volta in cui tenni in mano un gattino appena nato!
Comunque, se ci rifletto, il primo confronto con un essere umano appena venuto al mondo è probabilmente una delle esperienze più sconvolgenti per l'individuo. Mi piace pensare che essere 'obbligati' a fronteggiare l'enigma dell'origine e del distacco - per la prima volta consapevolmente - sia una delle prime occasioni di sviluppo emotivo.
Grazie, Simona. È vero, sono momenti intensi che scavano e scuotono.
(Da appassionata gattara non posso che emozionarmi al ricordo del primo incontro con un gattino 🐈⬛).
Il mio primo neonato è stato mio fratello, ormai trent'anni fa. Mia mamma era incinta di lui ma era preoccupata perché non si muoveva dentro la pancia. La dottoressa allora fece un esperimento: mi diede una specie di microfono collegato alla pancia di mia mamma e io parlai con mio fratello per la prima volta. Sentendo la mia voce, lui cominciò a muoversi dentro la pancia. Questo è uno dei ricordi più emozionanti e belli che ho nella vita.
Vabbè, mi è scesa la lacrimuccia. Grazie di cuore per averlo raccontato. ♥️
Grazie a te per avermi fatto ripensare a quel momento, con la tua bellissima puntata <3
Non ricordo con precisione qual è stato il mio primo neonato. Ricordo bene però la figlia oggi quindicenne dei miei migliori amici. In quel periodo noi non riuscivamo ad avere figli, e la nascita di questa bambina mi ha suscitato sentimenti ambivalenti, di base un po’ di invidia. Da quel momento ho cominciato ad andare a trovare in ospedale tutte le amiche e le colleghe che avevano appena partorito, un rito che inconsciamente pensavo potesse “portare fortuna”. Il 2012 è stato un anno chiave, dopo una prima fecondazione assistita e una interruzione di gravidanza ho visto due neonati di amiche e l’anno dopo è nato il mio Simone, con fecondazione naturale e peraltro inaspettata 😅.
🥲che bello, grazie.
Abbiamo bisogno dei nostri riti personali.
io ero abbastanza grandicella quando è nata mia sorella, e anche se i miei genitori hanno offuscato i dettagli del parto, ricordo benissimo i suoi primi calci dal pancione, la prima ecografia in cui sembrava davvero una bambina e non un concetto astratto, e soprattutto mi ricordo quando ci siamo incontrate per la prima volta: le ho sfiorato il piede perché avevo quasi paura a toccarla. è stato un momento potentissimo, e non so nemmeno iniziare a immaginare cosa abbiano provato invece mio padre e mia madre! forse prima di allora avevo incontrato altri neonati, però non so, nessun mi aveva colpita davvero.
comunque sei stata davvero vulnerabile e delicata (e io mi sono commossa un pochino) 🤍
Deve essere bellissimo veder nascere una sorella, è un’esperienza che non fa parte del mio vissuto perché sono una sorella minore, ma l’ho immaginata diverse volte 🩷
Quello che penso di questa storia già lo sai <3
Di neonati ne ho visti molti in molti momenti perché la mia famiglia è strapiena di cugin* che sono nati a varie mie età ma il ricordo più intenso lo conservo di 2 neonati in particolare: il figlio di un'amica a me molto vicina, perché fu la prima del gruppo ad avere un bambino e perché le ero stata accanto tutto il tempo ed ero molto curiosa di incontrarlo dopo averlo sentito crescere in lei per mesi; mia nipote Adele, che fu anche il primo neonato che presi in braccio, fino ad allora non avevo mai voluto per timore di "romperli". Era minuscola ma mi strinse un dito fortissimo, io le feci una promessa sottovoce, lei aprì gli occhi e mi guardò. Ogni volta che ci ripenso mi batte il cuore fortissimo. L'ho raccontato pure a lei, quando è diventata più grande, e ogni tanto mi chiede di raccontarglielo di nuovo.
È una storia d’amore pazzesca ♥️
ma come fai? Ogni volta penso: che puntata bellissima. E alla successiva ti superi. Grazie Serena (e sì, devo chiamarti!)
Nina ♥️grazie!
Cara Serena, è bello percepire quanto questo sia davvero uno spazio di libertà, di quelli a cui non siamo più abituati.
Condivido pienamente il tuo pensiero e credo che su questi argomenti (parto, gravidanza, aborto, maternità) ci siano state troppe mistificazioni, specie nell’ultimo periodo, guidate più che dal bisogno di essere giusti, forse più dalla prepotenza e dalla presunzione di voler far passare come giuste solo certe convinzioni o, forse, dovrei dire scelte personali.
Mi ritrovo molto in quell’innesto di vita razionale e irrazionale, di yoga e visualizzazioni, di consapevolezza e libertà, ma soprattutto sull’idea che non bisogna cristallizzarsi sulle proprie convinzioni senza avere la capacità di accogliere le esperienze di altri e farne tesoro.
Dunque, grazie per questa puntata bellissima e per questo passaggio: “penso che dovremmo riprenderci la libertà di danzare attorno alle nostre idee, senza innamorarci di una posizione a tal punto da rimanerne schiacciate.” Un concetto che credo debba essere l’origine di ogni riflessione e il centro di qualunque esperienza, e che vale la pena sempre di essere ricordato per non (s)cadere nella trappola dell’individualismo spacciato per battaglia politica e sociale.
Emanuela ♥️grazie di cuore per avermi letta e compresa così bene.
Grazie a te, cara. È così bello incontrare pensieri così affini sul proprio percorso, anche se virtuale… ❤️
Che bel racconto e che bei ricordi, i tuoi e quelli che fai riaffiorare ❤️
Come sono contenta ♥️
Il mio primo neonato non era proprio un neonato. Era un bimbo di due anni, nipote della mia prima fidanzatina. Passando il tempo insieme, proprio in quel periodo, neanche ventenne ho capito l’unica cosa chiara della mia vita: avrei voluto diventare papà. Per fortuna, ci sono riuscito.
🥹grazie mille per la condivisione, Luca.