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Paola Natalucci's avatar

Che meraviglia questo numero, Serena!

Io non sono sposata ma capisco benissimo la dinamica che descrive la tua conoscente, quella della solitudine necessaria alla creatività. Io la famosa "stanza per me" ce l'ho e i miei spazi me li prendo senza problemi, ma l'essere in relazione – ed io pensa che nemmeno hi figli, quindi la relazione è solo col mio compagno – lo vedo, quanto tempo e spazio prende, semplicemente esistendo.

Dico spesso, e ci ho ripensato ora e lo confermo, che i periodi dove la mia conoscenza di me stessa è cresciuta maggiormente sono stati quelli *tra* le relazioni: quelli dove ho dovuto decidere tutto io per me stessa. Dove vado a vivere? Per quale ragione? Cosa faccio?

Stare in coppia è anche compromesso. La libertà che hai da single può essere vertiginosa a volte, ma credo che sia uni degli strumenti di crescita più incredibili che esistano... Ed è anche uno dei più malignati. Specie se sei una donna. Purtroppo

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Alice Orrù's avatar

Che domande importanti fai alla fine, come sta il nostro pozzo interiore? Meravigliosa newsletter. Per me, nel tempo, ci sono state risposte diverse alla domanda del tuo titolo: ho un rapporto controverso sia con l'istituzione del matrimonio che con la convivenza tra uomo e donna in una relazione romantica. Con gli anni sto/stiamo trovando la declinazione degli spazi e dei tempi che più ci fa stare a nostro agio, una declinazione che evolve insieme alla nostra crescita personale. Ma quel carico mentale, quel radicato e profondo senso del dover prendersi cura di certe cose, caspita quanto è difficile da alleggerire!

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