miei boschi
vi è tanta pace
in questa vostra muta rovina
che in pace ora alla mia
rovina penso
e sono come chi stia sulla riva di un lago
e guardi miti le cose
rispecchiate dall'acqua -
(Antonia Pozzi, Settembre)
È settembre. Finalmente, dico io.
Inizia una nuova stagione di Taglia e cuci, facciamo insieme un piccolo riassunto sul significato di questo spazio. Taglia e cuci è la sezione di Una figlia per amica dove condivido chiacchiere e pensieri con femmine che dovreste conoscere. (Utilizzo il termine femmina in tutta la sua portata politica, riappropriamocene!) Partiamo sempre dall'amicizia femminile perché vorrei poterne esplorare il significato attraverso voci molteplici. Come ci insegna Elena Ferrante, la storia dell’amicizia tra femmine dobbiamo scrivercela da sole, ce l'hanno raccontata in tutte le salse svilendola e svuotandola di significato, è ancora oggi un campo da esplorare.
La mia ospite di settembre è Elena Orlandi, l’ho conosciuta leggendo la sua newsletter Arcano, vi consiglio di iscrivervi se siete persone introspettive e in cerca di nuovi stimoli.
Editor, scrittrice, curiosa, strega. Elena si presenta così, immergetevi nella nostra chiacchierata e capirete il perché.
Cara Elena, inizio con la domanda di rito per chi viene a trovarmi in questo spazio. Che cos’è l’amicizia per te? Che amica eri da bambina e che amica
sei adesso?
«L'amicizia è per me uno degli elementi fondamentali per una vita piena e felice. La mia epoca d'oro dell'amicizia è stata sicuramente quella universitaria, per me gli amici erano tutto. Non ne avevo poi tanti, come ora del resto, ma li vedevo spesso e avevo quindi spesso la possibilità di confrontarmi con loro. La dimensione del dialogo filosofico è sempre stata integrante nelle mie amicizie: ho sempre preferito rapporti una a una/o, perché così potevo confidarmi o ricevere confidenze, ma anche semplicemente discutere con un'altra persona e schiarirmi le idee. Durante l'adolescenza ho avuto amicizie molto forti, che durano finora in altre forme anche perché ormai siamo lontane fisicamente e questo purtroppo influisce sull'amicizia. Durante l'infanzia ho invece avuto molte delusioni, i miei primi cuori rotti, molto prima e molto più intensamente rispetto alle storie romantiche. Ora continuo a prediligere le amicizie profonde, penso di essere una persona aperta e socievole, ma mi rendo conto di non amare gli scambi troppo superficiali e questo fa sì che io continui ad avere amici molto selezionati, che poi però durano nel tempo».
Tarocchi e creatività: secondo te la lettura dei tarocchi può essere un modo per esplorare noi stesse e superare blocchi interiori?
«Io uso i tarocchi proprio in questo modo. Mi ci sono avvicinata in un momento di spaesamento e mi sono resa conto che mi aiutavano ad ancorarmi a un nucleo di sapienza interiore, che tutti noi abbiamo e che possiamo coltivare. Possiamo chiamarla intuizione o guida. Studiare i tarocchi e in generale ampliare la propria conoscenza negli ambiti che più ci interessano penso aiuti a ritrovare questa guida interiore.
Guardarsi dentro favorisce il rallentamento del tempo (e viceversa: rallentare aiuta l'introspezione) e a sua volta un tempo lento penso sia necessario per essere creativi, perché bisogna dare il tempo a quello che vogliamo esprimere di venire alla superficie, altrimenti rischiamo solo di ripetere a pappagallo gli ultimi stimoli che abbiamo ricevuto.
Lo studio dei tarocchi poi mi spinge ad approfondire quelli che sono sempre stati dei miei interessi: lo studio delle storie e delle immagini e lo studio delle storie per immagini. Per farlo bisogna prestare grande attenzione alle simbologie e studiarle di continuo, cosa che però faccio con grande entusiasmo, perché mi piace molto, semplicemente.
I blocchi creativi penso siano stagnazione. Studiare e guardare le cose da una prospettiva diversa, farsi stupire, ma anche muovere il corpo, cambiare abitudini, incontrare persone nuove, tutto questo aiuta a superare i momenti di stasi».
Settembre è un Capodanno. Ti va di condividere con noi un libro e/o un rituale che associ al risveglio e che adesso o in passato ti ha permesso di esplorare la tua parte creativa?
«Le mie ritualità sono spessissimo legate alla natura o all'esistenza del mondo attorno a me (le pratiche spirituali, come può essere quella dei tarocchi, rischiano di trasportarci troppo lontano dal reale). Quest’anno, per esempio, mi sono portata dietro, dal posto in cui ho passato le vacanze, un sasso, un pezzo di legno, un'erba. Da bambini esploravamo il mondo attorno a noi e lo credevamo pieno di ogni meraviglia, cosa che in effetti è. Il rituale che consiglio quindi è quello di continuare a esplorarlo, giorno dopo giorno, ma soprattutto ora che magari torniamo a casa con occhi nuovi (o anche se siamo sempre stati nello stesso luogo, per dare proprio una sensazione di rinascita a questi giorni). Alleniamoci a guardarci intorno e a riscoprire e collezionare piccole scintille di gioia attorno a noi: uno scorcio bellissimo della città in cui viviamo; un disegno o una scritta su un muro che ci fa sentire un pizzicorio che ci avverte che ha qualcosa da dire a noi, proprio a noi; il rametto di una pianta odorosa o un fiore che ci fa pensare a qualcosa di bello o semplicemente ci risveglia il naso, ci solleva; ma anche quella frase che leggiamo sui social. Teniamo un taccuino e alleniamoci a riportare queste piccole ispirazioni quotidiane, per non farle passare all'infinito senza trattenere niente: possono illuminare le nostre giornate, e aiutarci a capire un poco di più della nostra esistenza».
Il nostro appuntamento con Taglia e cuci torna a ottobre; se ti va di chiacchierare con me, se hai una storia da raccontarmi e senti affinità con i temi che propongo, puoi scrivermi una mail.
Sono Serena Blasi, lavoro con le parole e con i ricordi. Studio e ricerco storie di figlie e di madri nella letteratura, nei film e nelle serie tv e creo percorsi di lettura per scoprire e tradurre le voci delle donne.
Una figlia per amica è una newsletter gratuita che richiede però molto lavoro, se ti va puoi offrirmi un cappuccino o ciò che più ti piace: il mio cuore ricco di citazioni ti sarà riconoscente.
Un grazie pieno di affetto ad Alice Fadda per le splendide illustrazioni.
Parte Io ogni notte
verso il mondo della luna,
la accompagnano rondini cieche,
segnano un viottolo di buio
un labirinto verticale
che solo le dita vedono
(Chandra Livia Candiani, Vista dalla Luna)
Antonia Pozzi e Chandra Livia Candiani ad aprire e chiudere questo bel dialogo e io così 🤩
Grazie di avermi ospitata, Serena, e benvenute alle tante che si sono iscritte ad Arcano <3